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La Chiesa

La chiesa del SS.mo Crocifisso

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La chiesa, che vanta lo stesso titolo della confraternita di cui è sede, si innalza nella storica via (del) Gesù. La prima pietra è benedetta il giorno 8 gennaio 1795 dal Vescovo Crispo D’Oria; lo stesso prelato benedice il tempio il giorno 22 agosto 1798. La vera e propria consacrazione avviene nel mese di ottobre 1840 per mano del Vescovo Vincenzo Maria Scanzano. Nel 1850 fu messo in opera il pavimento e furono sistemate le altre opere marmoree. Nel medesimo anno sono realizzati i decori a finto marmo richiamanti la policromia degli altari; fu, inoltre, donato l’organo a canne che tuttora si ammira sulla cantoria. Le principali festività celebrate sono quelle dell’invenzione della Santa Croce, la commemorazione dei defunti e la festa della Vergine del Buon Consiglio.
Una mirabile descrizione di questo monumento ci è tramandata da Catello Parisi nel 1842: “Considerevole è in vero questo tempio se non per la grandezza certo per la nobile eleganza e bella disposizione delle sue forme.
Paragonata anche al nostro Duomo l’è questa forse che primeggia per la sua architettura fra tutte le altre chiese della nostra città. Nel 1798 era dessa fondata sul disegno del regio architetto Antonio Ciofi e nel secondo anno di questo secolo vedevasi già condotta a fine. Lo esteriore suo aspetto un piccolo porticato di Toscano stile presenta, al quale per alquanti scalini si monta. La porta massima che v’è nel mezzo situata nella chiesa introduce e delle altre due minori quella a dritta nella sua sagrestia porta e nel cimitero, e quella a manca nella sua congregazione. L’interno poi sullo stile Jonico è modellato e presenta la grande navata da dodici colonne sostenuta che la dividono dalle due navate minori, e vedesi nel suo centro a crociera disposta cui sovrasta una cupola sferica col corrispondente lanternino mirabilmente sostenuto da quattro colonne di sveltissimo diametro. Semplici e belle ne sono le due cappelle laterali coi quadri della Madonna del Buon Consiglio e dell’Arcangelo Raffaele, e di ottimo disegno n’è il suo maggiore altare tutto in marmo bianco. La sagrestia e la congregazione ànno pure le rispettive porte nello interno della chiesa. Sicchè lo ripetiamo l’è questo un piccolo e buon modello di architettura nel suo genere”.
La chiesa è a croce greca con cupola e tre altari. Le dodici colonne, che sostengono la struttura, rappresentano i dodici Apostoli che, circondandola, incoronano la bellissima statua della Vergine Assunta. Questa artistica icona mariana, d’ispirazione barocca, si ammira al centro dell’altare privilegiato. Al di sotto della nicchia  dell’Assunta si legge inciso su marmo: ”Altare privilegiatum perpetuum quotidie”. Sulla cornice dell’abside si legge il motto: ”Deus Charitas est”.

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Oltre alle opere già citate è da segnalare una buona scultura, a mezzo busto, raffigurante Sant’Anna (scuola  napoletana, sec. XIX) che fa bella mostra in un’artistica nicchia sulla navata sinistra (di chi entra). È forse questa l’opera di maggior pregio artistico conservata in questo tempio; notevole l’espressività e l’armonia dei volti dell’insieme composto dall’immagine dell’anziana Sant’Anna intenta nell’accudire la Madonna bambina.
In una nicchia della navata opposta si segnala una composizione in cartapesta, non di eccelsa fattura, raffigurante le anime del Purgatorio che invocano il Crocifisso. Le altre numerose icone che adornano questo monumento ci appaiono di fattura recente.
Nelle quattro lunette della cupola si osservano interessanti pitture parietali del pittore stabiese Francesco Filosa; sono ispirate al culto verso l’Arcangelo Michele, santo protettore delle anime del Purgatorio.

 

La terra santa sottostante è di dimensioni quasi uguali alla chiesa. Venne trasformata in cappella grazie al generoso contributo della società “Navalmeccanica” del cantiere navale di Castellammare. Si conservano l’artistico “baviglione” (urna mortuaria della congrega) e diversi interessanti quadri esposti negli uffici della confraternita. I più interessanti rappresentano la Madonna del Buon Consiglio (sec. XVIII) e Santa Lucia (tardo sec. XIX). Si segnalano inoltre, negli stessi locali, tre quadri dedicati a San Francesco d’Assisi del De Cenzo, di G. Filosa (1981) e di F. Filosa (1982).

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Nell’ampio salone delle riunioni dei confrati, sono da segnalare i rivestimenti lignei (sec. XVIII), recentemente restaurati dalla ditta di restauro “Stil Mobili” di Castellammare. La facciata a tempietto, che si innalza su una bella scalinata, vanta quattro maestose colonne, un elegante portale in piperno e un cancello in ferro sagomato. In una piccola edicola offertorio in ferro, ad opera del maestro decoratore Francesco Filosa sono dipinte a pittura le Anime del Purgatorio che invocano il Cristo Crocifisso. Il campanile accoglie due campane. Avendo avuto accesso ad alcuni antichi inventari delle opere di proprietà della congrega, abbiamo, purtroppo, rilevato che diverse di esse risultano oggi scomparse: tra queste i dodici artistici lampadari, quattro grandi e otto più piccoli, che adornavano il colonnato interno della chiesa, almeno fino al 1887.

Fonte: Egidio Valcaccia, "Le confraternite" nel Centro Antico di Castellammare di Stabia



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Le confraternite nell'oggi della Chiesa sinodale.

Data di publicazione: Lunedì, 19.12.2022   

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